Sezione vuota
Il dialetto siciliano. L'originale superlativo
- Santo Graziano
- 8 giugno 2021
Nel dialetto siciliano, non esistono né il tempo futuro né il modo condizionale. La struttura linguistica dice molto del carattere di un popolo. In siciliano non esiste neppure il superlativo assoluto: questo grado dell’aggettivo non è nemmeno concepito al punto che non esiste un termine per indicarlo. Difficile perciò fornire una regola rigida, con le sue eccezioni.
La modalità più frequente consiste nella ripetizione dell’aggettivo: curtu curtu (molto basso detto di una di persona, o brevissimo di un oggetto), longu longu (molto alto, detto di una persona, o molto lungo), autu autu (molto alto), vasciu vasciu (molto basso).
Analogamente per alcuni avverbi: assai assai (moltissimo), picca picca (pochissimo); vicinu vicinu (vicinissimo), luntanu luntanu (lontanissimo); araciu araciu (pianissimo, molto lentamente), forti forti (molto forte, molto velocemente, con molta forza).
Non così però con l’aggettivo “Beddu” (bello) o con “Tintu" (cattivo nel senso di malvagio). In questo caso si fa ricorso a una sorta di accrescitivo: Bidduni e Tintuni, o alla locuzione “veru beddu” o "veru tintu".
Nel dialetto siciliano, inoltre, di alcuni aggettivi, il superlativo non esiste e viene sostituito o da forme retoriche: amaru feli, duci un meli, (amaro come il fiele, dolce come il miele); o si fa ricorso al altri aggettivi.
Friddu friddu, ad esempio, vale soprattutto con valore connotativo (deluso), mentre di una cosa molto fredda si dice “agghiacciata”.
Caru, invece, (costoso) non ha superlativo. In qualche caso si può ricorrere all’espressione di meraviglia “veru caru”! E tuttavia una cosa può risultare “chiù cara di ‘n’autra” (più costosa di un’altra).
Né si può pensare, infine, all’uso di un avverbio preposto o posposto. Assai, collocato dopo un aggettivo indica non il superlativo, ma l’eccesso con valore negativo. Cauru assai, ad esempio, non è caldissimo, che meglio si dice veru cauru, ma che scotta.
Potrebbe piacerti anche

- Trapani
- Storia e Tradizioni
Sapori, cultura e tradizioni di Trapani
U Ciàuru di una terra baciata dal mareNon è forse il profumo, u ciàuru, la prima cosa che ci colpisce appena arrivati in un posto nuovo? U ciàuru...
- Laura Di Trapani
- 29 luglio 2011

- Storia e Tradizioni
La coppola siciliana
Una tradizione contemporaneaNata come accessorio dell’abbigliamento maschile siciliano, la coppola, col tempo, è divenuta un must. Inizialmen...
- Paola Corso
- 24 febbraio 2023

- Favignana
- Storia e Tradizioni
La Mattanza di Favignana
Quando il mare si tingeva di rossoLa mattanza è l’antico sistema di pesca del tonno rosso praticato nelle tonnare di tutto il Mediterraneo. La mat...
- Stefania Martinez
- 25 luglio 2022

- San Vito Lo Capo
- Storia e Tradizioni
San Vito Lo Capo Il 15 Giugno festeggia il suo Santo Patrono
Echi dal MedioevoSan Vito martire, giovane cristiano, nativo di Mazara del Vallo (III secolo d.C), che rifiutando di abiurare la sua ...
- Stefania Martinez
- 28 luglio 2022

- Storia e Tradizioni
La Pila in pietra
Tipico lavabo che non mancava in nessuna casa sicilianaPrima dell’avvento della lavatrice la pila in pietra non mancava in nessuna casa siciliana. Questo tipico lavabo,...
- Paola Corso
- 8 marzo 2023

- Custonaci
- Storia e Tradizioni
La Madonna di Custonaci. Tra fede e tradizione
Nel territorio della provincia di Trapani la devozione verso Maria Vergine è radicata nei secoli e nella storia. A ...
- Fabio Pace
- 10 agosto 2021