Paceco
Anche quando il crepuscolo è vicino, il sole arde ancora nelle Saline di Trapani e Paceco. È difficile non restarne incantati, distogliere lo sguardo dai mulini a vento che si specchiano nelle acque immobili della Riserva.
Uno spettacolo estatico che lascia ammaliati per l’armonia del paesaggio e per l’innata tranquillità del luogo, rifugio di fenicotteri rosa, gabbiani rosei, martin pescatore e aironi bianchi. Questo e non solo è Paceco, il Comune in provincia di Trapani che profuma di tradizione, di cucina trapanese, di sale e di natura.
Storia
Storia e leggenda si contendono le origini di Paceco.
La storia narra che nel 1607 Don Placido Fardella, proveniente da una famiglia nobile (radicatasi in Sicilia al seguito di Federico II di Svevia) sposó Maria Pacheco, nipote del viceré di Sicilia. Pare che fosse stata proprio quest’ultima a dare il nome al borgo rurale fondato da Placido Fardella per concessione regia.
Nella seconda metà del 700, Paceco acquista grande prestigio, questo graduale sviluppo porterà al riconoscimento dell’autonomia amministrativa nel 1812.
I ritrovamenti archeologici avvenuti nell’area di Paceco attestano che il territorio fu abitato già in età paleolitica e neolitica.
Luoghi da visitare
Saline di Nubia Riserva naturale integrale Saline di Trapani e Paceco
Aria, acqua, terra e sale, le antiche saline di Trapani sono un luogo incantato, in cui è possibile godere di ammalianti tramonti, immersi un’atmosfera suggestiva. La Riserva Naturale Orientata delle Saline di Trapani e Paceco, affidata nel 1996 al WWF Italia, è una delle aree protette più famose d’Europa.
Museo del Sale (sito nell’area della Riserva): una visita da non perdere se si passa da queste zone è quella al “Museo del Sale”.
All’interno di questo sito convivono scienza, tecnologia e tradizioni popolare. In pochi metri quadrati riaffiora la storia del mulino a vento, della salina e delle famiglie che vi hanno lavorato con passione e dedizione. L’esposizione di attrezzi e le macchine appartenute ai salinari permettono di comprendere la fatica che si celava dietro la produzione di un prodotto semplice come il sale marino.
Torre Saracena di Nubia: dalle acque cristalline delle Saline svetta la Torre di Nubia, luogo di avvistamento che risale al 1620. Nata allo scopo di segnalare l’arrivo dei predoni Saraceni, la Torre di Nubia rappresentava uno strumento di difesa per la gente del centro urbano. La Torre è conosciuta anche con l’appellativo di Torre Castro, dal nome del Conte di Castro, vicerè fino al 1622.
Villa Torrearsa: posta al centro di un antico casale, la Villa, è simbolo dello sfarzo risalente all’antica dinastia kalbita che regnò in Sicilia tra il ‘948 e il 1040.
Museo di Antropologie e preistoria: ha sede all’interno della Biblioteca comunale di Paceco ed è considerato fra i più ricchi musei di preistoria della Sicilia. Tra i reperti esposti vi sono teschi in gesso che riproducono gli uomini preistorici, una punta di lancia neandertaliana, bulini e lame. Sono esposti anche numerose ossa di animali risalenti al Paleolitico e al Neolitico come l’Elefante nano, il Cavallo selvatico e l’Asinus hidruntinus.
La diga Baiata : sorge a circa due chilometri dal centro del paese di Paceco in provincia di Trapani, il panorama del luogo è ancora intatto e immerso in un ordinato paesaggio che costituisce l’omonimo Parco.
La zona circostante è ampia circa 80 ettari e vi si trovano diverse specie di animali e un’ampia fascia di eucalipti. Si tratta di un luogo dall’alto valore ambientale e dal grande fascino naturalistico.
Chiesa Madre di Paceco: fondata nel 1623, ristrutturata a metà del ‘1900 su disegno dell’architetto trapanese G. B. Amico. E’ dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, patrona di Paceco. La navata è decorata con stucchi del 700. Sugli altari laterali sono poste le quattro grandi pale d’altare attribuite al pittore Andrea Malinconico, appartenenti all’ambiente partenopeo, donate alla chiesa dalla principessa Maria Anna Fardella Sanseverino.
Prodotti agricoli e cucina a Paceco
In ambito alimentare Paceco spicca tra i Comuni della provincia di Trapani per la produzione agricola di comprovata qualità.
Se intendete gustare cibi tradizionali di accertata salubrità, la cucina “pacecota” fa al caso vostro.
L’eccellente qualità dei prodotti coltivati si combina alle più antiche tradizioni culinarie: ne vengono fuori piatti unici, succulenti e intensi nel gusto.
Dall’attività agricola sono ricavati l’aglio rosso di Nubbia, il "melone cartucciaro" o “melone giallo” di Paceco” e il pomodoro pizzutello siccagno.
Importante è anche la produzione di olio, cereali e granaglie.
Tra le pietanze più diffuse a Paceco, spicca la pasta al pesto “trapanese” in cui l’ingrediente base è l’aglio, orgoglio dei pacecoti, accompagnato dal pomodoro, dal basilico e dalle mandorle, il tutto, pestato nel mortaio e mescolato con olio d’oliva.
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