Sezione vuota
Pantelleria, odori e sapori da non dimenticare
Cuscùsu, cucurummà, ammogghiu e baci- Angelo Benivegna
- 27 luglio 2013
Nessun turista dovrebbe lasciare Pantelleria senza acquistare qualcuno dei prodotti tipici dell’isola, un ricordo che al ritorno a casa faccia rivivere il soggiorno trascorso nella Perla Nera.
la valigia delle leccornie
Cosa mettere allora nella nostra valigia dei ricordi?
Innanzi tutto il vino, il Moscato, o il Passito, o ancora lo Zibibbo, che nelle loro tante versioni soddisfano momenti dolci e momenti meditativi, e poi i capperi, un tempo selvatici ed adesso voce importante dell’agricoltura dell’isola, commercializzati sotto sale o trasformati in paté e sughi per condire la pasta. Ed ancora: la passula, l’uva Moscato seccata naturalmente al sole, trasformata anche in confettura; i formaggi di mucca, dalla freschissima tuma allo stagionato tumazzu; l’origano, le piccolissime lenticchie e la lubbia nostra, un fagiolo occhiato; i mustazzoli, biscotti tipici del periodo natalizio ed adesso venduti tutti l’anno, che più che biscotti sembrano ricami farciti di mandorle, miele ed aromi di agrumi; u viscottu, un pane biscottato di orzo e frumento, a forma di ferro di cavallo che in estate sostituisce il pane fresco ed in inverno addensa le zuppe.
Quello che però non potremo portare a casa saranno l’ospitalità dei panteschi, le cromaticità di questa terra, il blu del mare, i verdi vigneti, il nero delle rocce ed i profumi ed i sapori di quello che abbiamo mangiato.




L'insalata pantesca
Nella cucina pantesca, semplice, legata al territorio, condizionata dal clima ventoso e dall’isolamento, eppure così varia ed entusiasmante nei sapori forti, molto aromatici e gustosi che la contraddistinguono, ha un posto d’onore l’insalata pantesca: pomodoro, patate lesse, uova sode, capperi, cipolle rosse, origano, ova di minnuli (le uova sotto sale di un piccolo pesce pescato in abbondanza in primavera), u viscottu, ed olio extravergine d’oliva.
Verdure e Cucurummà
Ma sicuramente ci è rimasta nella memoria la çiaki çiuka, una caponata calda di melanzane, peperoni e zucchine pantesche, quelle piccole, tonde e dolcissime, che abbiamo trovato anche cucinate a cucurummà (stufate) assieme alle patate, le stesse zucchine che fritte con peperoni, melanzane, fave e piselli fanno unico u' cuscusu di Pantelleria. A cucurummà abbiamo mangiato anche favette e pisellini, stufati con cipolla ed olio buono ed alla fine coronati da un paio di uova in camicia.
Primi piatti e tanti... Baci
Come dimenticare i ravioli amari, farciti di freschissima tuma e mentuccia e conditi col ragù di coniglio; la pasta con le patelle cucinate nel sugo di pomodoro o la pasta coi Migroci, i tipici granchi delle scogliere pantesche; i maccarruna cull’ammogghiu, una pasta fresca condita col pesto di aglio, pomodoro, basilico, peperoncino ed olio extravergine d’oliva, lo stesso ammogghiu con cui ci hanno condito il pesce azzurro ed il coniglio alla brace.
La nostra carrellata non poteva che finire con i Baci, le dolci frittelle a forma di stella ricoperte di ricotta dolce, arricchita dalle gocce di cioccolato e profumata dalla scorza di limone. Un incanto per il palato


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