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Partanna
Partanna, piccolo borgo agricolo della Provincia di Trapani, è uno scrigno che si apre al cospetto dei visitatori per rivelarne bellezza e storia.
Le lunghe e ordinate filari di vite si alternano ai profumati agrumeti che lasciano il posto ai campi di terra rossastra su cui un tempo si disputarono battaglie e contese.
Partanna, lontana dalla vita frenetica della città, è un comune che vive d’agricoltura; una zona ricca di aromi, contagiata della natura di cui porta in eredità un incantevole senso di quiete e uno stupefacente gioco cromatico.
Storia
Il primo nucleo urbano di Partanna si costituì nell’Alto Medioevo attorno al Castello; abbandonato questo primitivo borgo, la città si sviluppò attorno alla nuova Chiesa Madre locale.
Le origini del toponimo potrebbero derivare dal greco “parthénos”, ‘vergine’ o dalla forma araba corrispondente: “Barthamnah”.
La storia di Partanna comincia ufficialmente a partire dal 988, attestata dalla presenza di un casale di nome Barthannah (“terra scura”), fondato nello stesso luogo in cui attualmente sorge l'omonimo comune.
L’impianto dell’attuale centro storico è quello del borgo consolidatosi in età medievale, sotto la dominazione araba e normanna.
Dal 1139 Partanna fu feudo dei Graffeo (antica famiglia nobiliare della Sicilia) che ne divennero principi nel 1627, quando il borgo raggiunse il suo massimo splendore.
Nel 1968, il violento terremoto che ha interessato tutta la valle del Belice, ha prodotto effetti devastanti sull’intero territorio.
Molti edifici furono rasi al suolo, altri irreversibilmente danneggiati come la Chiesa Madre e quelle del Carmine, entrambe interamente ricostruite in seguito al terremoto.
Luoghi da visitare
Tappe d’obbligo, per chi giunge a Partanna, sono il Castello degli antichi feudatari Grifeo (che accoglie un moderno e suggestivo museo della Preistoria) e il recente parco archeologico di Contrada Stretto.
Castello degli antichi feudatari Grifeo
L’edificio, in perfetto stato di conservazione (il migliore della Sicilia Occidentale), ha una superficie articolata su quattro lati, circondati da un cortile esterno, racchiuso da solide e spesse mura. Il Castello è costituito internamente da un piano terra e un seminterrato.
La “sala delle armi”(corrispondente al salone) conserva un affresco del 1777 raffigurante tre cavalieri cristiani durante la battaglia di Mazara.
Tramite una piccola porta si accede alla “cella della monaca”, luogo in cui pare vivesse rinchiusa una religiosa della famiglia Grifeo, feudatari di Partanna che commissionarono la costruzione di questo Castello Medievale. La visita dell’edificio prosegue con i “sotterranei” che un tempo si suppone collegassero il castello ad altri edifici.
Parco archeologico di Contrada Stretto
Desta interesse e suggestione questo particolare sito archeologico collocato a circa tre chilometri ad est dell’abitato di Partanna. Il parco archeologico è caratterizzato da una serie di fossati (larghi fossi anticamente scavati per lo scolo delle acque) risalenti ad epoca neolitica. Per la marcata presenza di questa peculiarità Partanna è nota anche con la denominazione di “città della civiltà dei fossati”. Al loro interno sono state rinvenute tombe, depositi ceramici, oltre a due lance ed ossa di animali.
Prodotti tipici a Partanna
Partanna è per eccellenza la città delle cipolle rosse o cipudda Partannisa.
Non a caso a quest’ortaggio è stata dedicata una manifestazione ad hoc “La Sagra della cipolla a Partanna” che si tiene ogni anno nel mese di luglio.
Quali caratteristiche la distinguono dalle cipolle più convenzionali? Innanzitutto l’intenso gusto dolciastro, le grosse dimensioni e la sua straordinaria carnosità; quest’ultima caratteristica la rende un perfetto condimento per l’insalata fresca.
A Partanna, tra le altre cose, si producono vini di ottima qualità; la naturale predisposizione del territorio la rende infatti terra particolarmente produttiva in ambito agricolo.
Nella sua fertile pianura si ricava anche l’olio prodotto dalla spremitura dell’oliva Nocellara del Belice DOP.
Parlando di cibi e produzioni locali, non si può fare a meno di citare la Vastedda, anch’essa DOP, un formaggio a forma di pagnotta, ricavato dal latte della pecora del Belice.
Consigli per il consumatore: la Vastedda va consumata preferibilmente a fette, condita con olio (preferibilmente quello locale) e origano.
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