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Valderice, territorio agro turistico
Le radici secolari della villeggiaturaValderice, territorio agro turistico, si potrebbe sintetizzare così la vocazione economica del comune collinare. Apprezzata da oltre un secolo dai trapanesi per il clima fresco e collinare, in cui trascorrere i mesi di calura estiva, Valderice si proietta sul mare ed alla costa affida un turismo sempre più dinamico e alla ricerca di esperienze ed emozioni.
«Puntiamo molto sulla nostra costa - spiega il giovane ed energico sindaco Francesco Stabile -. Il litorale, da Bonagia a Rio Forgia, è stato progressivamente risanato, consegnato alla balneazione e reso ampiamente fruibile, ove possibile anche con arredo urbano. Ma non trascuriamo gli aspetti che legano il nostro territorio all’intero agro ericino e quindi ai comuni di Erice, Custonaci, Buseto Palizzolo, San Vito Lo Capo. Realtà amministrative distinte, ma sul piano della omogeneità culturale, sociale, economica e quindi turistica, rappresentano un unicum di tradizione contadina, di architetture rurali come i bagli, di gastronomia e artigianato, di saperi e sapori antichi da scoprire ogni giorno».
Tra cielo e mare
È il claim inventato alcuni anni fa per connotare il Comune di Valderice come località turistica. In effetti, tra costa e collina, il territorio dalla fine dell’800 ha cominciato ad ospitare le abitazioni estive delle famiglie nobili e alto borghesi di Trapani ed Erice. Molte di queste ville sono ancora ben visibili, alcune trasformate in strutture ricettive e, attraverso la pro loco, è possibile essere guidati in una sorta di itinerario tra di esse: Villa Adragna, Villa Elena, Villa Pilati (adesso struttura ricettiva), Villa Adragna ora Betania (centro riabilitativo per minori), Villa Coppola Ragosia (quest’ultima ben nota agli studiosi di storia patria perché punto di riunione di cospiratori contro il regime borbonico), Villa Battiata, Villa Ancona, Villa Paparella, Villa Manzo, Villa Luppino a Ragosia.
Pinete e campagna
Il paese, a connotazione economica prevalentemente agricola, ha diversi spazi verdi, tra cui la pineta della frazione di Ragosia e quella comunale, che si estende su una collina in cui si trovano diverse grotte e una chiesa rupestre abbandonata; e ancora il Parco Urbano di Misericordia in cui si può ammirare il panorama del Golfo di Bonagia.
In estate l’anfiteatro all’aperto “Nino Croce”, mille posti a sedere ricavati all’interno di una cava abbandonata nella pineta di San Barnaba, si anima con rappresentazioni, concerti e rassegne cinematografiche, attività culturali e di spettacolo: «dopo due anni di stop a causa della pandemia è tornata la stagione degli spettacoli estivi», commenta il sindaco. Valderice si propone al turista come baricentro dal quale muovere per escursioni nell’intorno. Il vicino ingresso alla autostrada A29 consente puntate rapide in tutta la provincia.


L'agrovaldericino e i bagli
Valderice amministrativamente nasce dall’unione delle frazioni rurali che costituirono i primi nuclei abitativi di contadini dislocati nelle campagne dell'agro ericino: Paparella, San Marco, Ragosia, Misericordia, Sant'Andrea, Bonagia, Casalbianco, Crocci, Chiesanuova, Lenzi, Fico e Crocevie.
I bagli sono legati all’economia rurale: strutture nate con il duplice scopo “difensivo” e produttivo. Progressivamente le architetture produttive sono divenute prevalenti ma sempre comunque nell’ottica dello svolgersi delle attività lavorative e domestiche in maniera autosufficiente. Sono ancora visitabili: il Baglio Mafi; il Baglio Cuddìa (oggi Marini, inteso anche Baglio Sciare) situato in posizione elevata ed eretto con precipua funzione difensiva; il Baglio Fallucca (oggi Battiata) costruito nella metà del XVIII secolo dal barone Matteo Fallucca che conserva al suo interno una chiesetta dedicata alla Madonna di Custonaci (patrona di Valderice).
L'Arco del Cavaliere
Costruito in località Cavaliere è ciò che rimane dell’antica cappella che ospitava il quadro della Madonna di Custonaci durante i suoi trasporti tra Custonaci ed Erice. Tappa intermedia della processione il manufatto a pianta quadrata si trova nella strada che da Valderice scende a Custonaci. È un punto strategico, all’incrocio della vecchia viabilità dell’agro ericino, ed era il principale punto di sosta per i fedeli della processione. Ancora oggi il luogo restituisce una certa suggestione poiché è un punto panoramico che domina la sottostante piana che si affaccia sul mare.
San Marco e Sebastiano Bonfiglio
Può non essere considerata una meta prettamente turistica, ma solletica una certa curiosità storica la piazza della frazione di San Marco. È il nucleo abitato più antico, quello più intimamente legato alla economia agricola e allo sviluppo sociale e politico di Valderice. Di San Marco era infatti Sebastiano Bonfiglio, sindaco socialista di Monte San Giuliano (così si chiamava il comune che ricomprendeva tutto l’agro ericino), assassinato a 42 anni dai sicari della mafia agraria il 10 giugno del 1922 in una saldatura di interessi che miravano ad arginare il riscatto sociale delle masse contadine e socialiste dell’area. A San Marco, un busto ricorda questa eminente figura storica, che fu anche componente del direttivo nazionale del PSI.
La tonnara di Bonagia
La frazione di Bonagia è il borgo costiero di Valderice, con un minuscolo porticciolo e soprattutto con l’antica Tonnara con la torre di avvistamento.
La tonnara è stata trasformata in una struttura ricettiva, ma è sempre consentito l’ingresso ai turisti e ai visitatori nella coorte principale su cui si affaccia la cappella. Per anni alle spalle della tonnara, a pochi metri dal mare, sono rimaste in stato di semi abbandono le antiche “muciare” le barche che venivano utilizzate dai tonnaroti per allestire la tonnara in mare e per operare la mattanza. Recentemente un progetto redatto d’intesa tra soprintendenza ai beni culturali e comune, ne ha avviato il restauro e la custodia sotto una tensostruttura a ridosso della Tonnara. «La piccola flotta – sottolinea Francesco Stabile - rappresenta un pezzo importante della storia della pesca del tonno. Già da ora con le visite a cantiere aperto è possibile vederle sotto la tensostruttura di protezione nel porto di Bonagia».
Il mare di Valderice e i suoi tesori
«A proposito del porto di Bonagia – continua Stabile – mi preme ricordare ai turisti che, già dalla prossima estate, l’intero bacino sarà completamente diverso. Abbiamo un finanziamento di 31 milioni di euro per il porticciolo turistico. Diverremo unico approdo strutturato fra Trapani e San Vito Lo Capo, quindi Valderice si apre ad un turismo da diporto più maturo con offerta di servizi più professionali». Il luogo e le architetture, il paesaggio e il mare si prestano a spettacolari shooting fotografici.
La costa si presta ad una piacevole balneazione: la spiaggia di Bonagia è costituita da piccole cale, una dietro l’altra, la spiaggia di Cortigliolo e la spiaggia di Rio Forgia in direzione del cosiddetto Lido Valderice si prestano soprattutto alla balneazione delle famiglie con bambini.
Ancora il mare e i suoi tesori: «lavoriamo anche al recupero del relitto Grillo (dal nome del sub che lo individuò, ndr), la nave oneraria romana che è adagiata sulle sabbie del golfo di Bonagia. Con la Soprintendenza del Mare e dei Beni Culturali contiamo di poter addivenire al suo recupero»
Il Molino Excelsior
Il Molino Excelsior è una eccezionale testimonianza di archeologia industriale. Risalente ai primi anni del 900 era collegato alla industria della produzione di pasta e farine uno dei settori più intraprendenti che a cavallo tra il 1890 e i primi anni del ‘900 rese solida la borghesia agraria del territorio valdericino, all’epoca ancora parte integrante dell’agro ericino e del comune di San Giuliano (così si chiamava Erice). Oggi il Molino è stato recuperato. All’interno vi sono ancora i macchinari originali, ma i lavori di ammodernamento hanno consentito di ricavarvi all’interno una sala conferenze, uffici a servizio del complesso e, nel magazzino annesso, una cucina con impianto di ripresa video dove si tengono corsi di cucina siciliana. Appassionati di enogastronomia, turisti e visitatori possono così apprendere i segreti dell’arte culinaria locale.
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