‘U macco di Raffadali

Le fave: la carne dei poveri

In cima ad una collina, a 410 metri sul livello del mare, a 16 km da Agrigento, c’è ‘u paisi du maccu (il paese del macco), ovvero Raffadali. Circa 13mila abitanti per un comune di antiche radici il cui nome trae origine dall’arabo Rahal-faddal, che significa “casale eccellente”. Il paese, nato in epoca medievale come casale arabo, si sviluppa in un’area molto fertile che permette un’abbondante produzione di uva, cereali, mandorle, frutta e pistacchi.

Macco di fave

Il macco di fave (dal latino maccare: schiacciare) è una zuppa dal sapore delicato e particolarmente cremosa preparata a Raffadali nel periodo invernale. Questo piatto è stato inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Il macco era considerato una pietanza di buon auspicio perché veniva offerto dai proprietari terrieri ai propri contadini per festeggiare la fine del raccolto. Sebbene le fave venissero considerate come “la carne dei poveri” e rappresentassero per le classi meno abbienti il piatto unico giornaliero con il quale nutrirsi; in realtà, dal punto di vista nutrizionale, è un legume che rappresentava e continua ad essere un vero e proprio integratore naturale e genuino di nutrienti. Il macco di fave era apprezzato già dagli antichi Romani e Greci.

Persino Aristofane, nella commedia “Le rane” (405 a.C.) descriveva una pietanza a base di fave schiacciate che Eracle mangia per ricavare nutrimento e diventare forte.

‘U macco di Raffadali - 1

Ricetta

Ingredienti:
• 500 g di fave secche sgusciate;
• mezza cipolla;
• sale qb;
• olio extra vergine d’oliva;
• finocchietto selvatico;
• granella di pistacchio.

Procedimento: La sera precedente alla preparazione mettere le fave in ammollo in acqua fredda. Il mattino seguente, sciacquare le fave sotto acqua corrente. Tritare finemente la cipolla e soffriggere con l’olio.
Aggiungere le fave, far rosolare per pochi minuti. Aggiungere l’acqua fino a coprire le fave e del finocchietto selvatico.
Cuocere lentamente per almeno un paio di ore, aggiungendo acqua gradualmente in caso di necessità.
Al termine della cottura aggiungere sale e del pistacchio finemente tritato. Completare il piatto con dell’olio a crudo. Servire la pietanza con dei crostini.

In alternativa, i crostini possono essere sostituiti dalla pasta che dovrà essere aggiunta nel corso della preparazione prima ancora che le fave si siano disfatte. In alcuni paesi della Sicilia, il macco non consumato, freddo e rappreso, in un secondo momento, veniva fritto in abbondante olio extravergine di oliva.

‘U macco di Raffadali - 2

Valori nutrizionali

Le fave sono un legume caratterizzate dall’elevato valore proteico addirittura superiore a quello dei fagioli. Sono un’importante fonte di minerali come potassio, magnesio, rame e ferro. Quest’ultimo minerale è particolarmente abbondante tanto che il legume è consigliato per contrastare l’anemia. Le fave sono anche una buona fonte di vitamina C, necessaria per l’assorbimento del ferro stesso, ma che purtroppo però si perde nel corso della cottura. Le foglie essiccate delle fave vengono utilizzate come rimedio erboristico per favorire la diuresi.

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