La Riserva dello Zingaro
Guida al trekking nella natura incontaminata- Stefania Martinez
- 5 agosto 2022
Fra San Vito lo Capo e Scopello, all’estremità del golfo di Castellammare e lungo la costa che da greci e latini venne chiamata “Cetaria” per l’abbondanza di tonni nel mare, si estende la Riserva dello Zingaro, una delle più famose in Italia.
Prima Riserva naturale in Sicilia
La Palma Nana (in dialetto disa), le cui fibre vegetali fino ai primi anni del secondo dopoguerra, servivano a produrre scope, è il simbolo di questa particolarissima area naturale.
Lo Zingaro è la prima riserva istituita in Sicilia, con una legge regionale del 1981, che accolse le istanze e le proteste dei giovani movimenti ambientalisti nazionali ed internazionali contro un tentativo di cementificazione e lottizzazione della costa.
La mobilitazione di massa salvò sette chilometri di costa e 1650 ettari di natura incontaminata oggi gestiti dalla Azienda Regionale Foreste Demaniali.
Agli ingressi della riserva (uno posto a sud nel versante di Scopello; l’altro a Nord nel versante di San Vito) è possibile chiedere la mappa con i diversi itinerari naturalistici suddivisi per difficoltà, lunghezza e tempi di percorrenza (consultabile anche sul web: www.riservazingaro.it). È possibile anche prenotare percorsi di trekking guidato tra i sentieri ed i rifugi della riserva.
Il toponimo Zingaro deriva dal greco tsigganos che sta per raspo, ad indicare le prime coltivazioni di viti nella zona, anche perché di zingari non v’è mai stata traccia.
Le bianche calette
Lo Zingaro incanta per la sua aspra bellezza, per i colori intensi, per le bianche calette e per la rigogliosa macchia mediterranea. Le calette viste dal mare hanno l’aspetto di nicchie più chiare incavate sul fianco delle muraglie dolomitiche che entrando da Scopello e andando verso nord prendono il nome di Cala della Capreria, Cala del Varo (raggiungibile via mare), Cala della Disa o Zingaro, Cala Berretta, Cala Marinella, Cala dell’Uzzo e Tonnarella dell’Uzzo.
I colori sommersi
Il paesaggio subacqueo è molto suggestivo grazie ad un continuo susseguirsi di colori e forme e si adorna del Lithophyllum Tortuosum un’alga rossa intricatissima e sfrangiata. I pesci sono numerosi e dalle livree coloratissime.
Le Grotte
Molto interessanti sono le grotte, alcune sommerse: la Grotta del Colombaccio, Grotta della Corvina, Grotta della Capreria, Grotta della Mustìa, Grotta della Ficarella e Grotta dell’Uzzo dove vivono otto specie di pipistrelli.
Specie in estinzione
Lo Zingaro non è ancora una riserva marina ma è comunque vietato introdurre fucili, canne da pesca e strumenti di cattura di qualsiasi genere.
Gli ambienti rocciosi, la macchia arbustiva che caratterizzano il territorio, sono l’ambiente ideale per specie ormai in estinzione. Vanto della Riserva è infatti l’aquila del Bonelli che si riproduce regolarmente deponendo uno o due uova, il velocissimo falco pellegrino, la coturnice di Sicilia, la poiana dalle grandi ali caffèlatte, il gheppio piccolo falco dal colore castano bruno, il barbagianni, l'allocco e la civetta.
Molto interessanti le querce da sughero che rappresentano una “curiosità ecologica” perché di solito non si insediano su suoli come quello dello Zingaro.
Informazioni, numeri di telefono, regolamento e consigli utili sul sito della riserva.
www.riservazingaro.it
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