Custonaci e le montagne graffiate
Natura e lavoro dell'uomo nel paesaggio- Francesca Adragna
- 18 maggio 2021
Le risorse del territorio trapanese sono davvero tante: coste e montagna, vigneti a perdita d’occhio, uliveti e agrumeti, storia e preistoria, vele e vento, sale e pietra. I panorami si susseguono senza soluzione di continuità lasciando al visitatore file aperti e la memoria di templi gialli, di rive blu, di specchi d’acqua rosa, castelli medioevali poggiati sugli strapiombi, rocce brulle e macchiate di mediterraneo.
Arrivati a Custonaci, passaggio obbligatorio per raggiungere la rinomata spiaggia corallina di San Vito Lo Capo, lo sguardo viene catturato dagli spalti ciclopici del Perlato di Sicilia. Dalle pareti delle nostre colline si estrae, infatti, questa pietra talmente dura da poter essere lavorata come il marmo, e non v’è abitazione nei dintorni che non ne conservi una qualche traccia sulle soglie di casa, sui davanzali, sul piano da lavoro in cucina, sui gradini bucciardati delle scale alla trapanese.
La pietra di Custonaci
Il Perlato ed il Perlatino di Sicilia, sono due varianti della stessa pietra che differiscono per la grandezza e la quantità di perle visibili sulla superficie della pietra lavorata. Si tratta di gocce dal colore madreperlato su di uno sfondo beige chiaro e sono resti fossili intrappolati nel corso dei secoli tra sedimenti.
L’attività d’estrazione di questi blocchi di pietra, che vengono poi adeguatamente lavorati nelle nostre segherie, ha certamente comportato dei considerevoli mutamenti sul panorama locale.
Alle distese di appezzamenti di terreno coltivati, si alternano, nell’area di Custonaci, queste pareti graffiate, scavate a gradoni che potrebbero sembrare giganteschi spalti per i ciclopi di Omero. È innegabile che lo sguardo possa esserne turbato, disturbato da questa interruzione di un panorama più diffusamente naturale; eppure anche su queste rocce, così come sugli ordinati e regolari filari di vitigni e ulivi, è l’intervento dell’uomo, della sua continua ricerca di risorse e di materiali utili al proprio sostentamento, che ha operato sapientemente.
La pietra di Custonaci e la lavorazione di questa stessa pietra, sia sul piano industriale sia su quello artigianale, hanno vissuto il loro momento di massima gloria negli anni settanta e sono ormai conosciute e richieste in tutto il mondo.
La produzione mineraria locale, è ovviamente regolamentata e controllata dagli uffici preposti alla tutela dell’ambiente, per cui, una volta dismesse, le cave di Perlato e Perlatino, sono soggette al ripristino ed al recupero del territorio in modo che l’ambiente circostante non abbia a soffrirne sia da un punto di vista strutturale sia da un punto di vista panoramico: dopo aver riempito nuovamente gli ammanchi di roccia con terra e terriccio, le aree vengono ricoltivate ed è così che tra i graffi antichi delle pareti compaiono, ancora più ordinati, teorie di ulivi ed aranci, come disposti sugli spalti in attesa che inizi qualche spettacolo; e lo spettacolo arriva sempre ad ogni alba e ad ogni tramonto quando il sole lascia il suo letto nel mare e quando vi ritorna ad infuocarlo prima di andare a dormire.
Potrebbe piacerti anche
- Custonaci
- Territorio e Architettura
Monte Cofano e Pizzo Monaco: storia e preistoria
Paesaggi montani mediterraneiTra le riserve orientate di Monte Cofano e dello Zingaro, oltre che bagni di sole, sale e sassi, capita di immergers...
- Francesca Adragna
- 19 maggio 2021
- San Vito Lo Capo
- Territorio e Architettura
Santa Crescenza e la sua cappella a San Vito
Sassi contro la pauraLa Cappella di Santa Crescenza; qui il giovane Santo Vito e i suoi tutori Crescenza e Modesto intorno all’anno 285...
- Ninni Ravazza
- 10 giugno 2021
- Buseto Palizzolo
- Territorio e Architettura
Buseto Palizzolo. Tra urbe e campagna
Buseto Palizzolo, affascinate paese, “poggiato” come un presepe, tra valli e colline. Immerso nei prati che c...
- Fabio Pace
- 28 maggio 2021
- Poggioreale
- Territorio e Architettura
I ruderi di Poggioreale
Memorie di un paese fantasmaI ruderi di Poggioreale conservano la memoria di una comunità. L’altare spoglio di un’antica chiesa, messo a nu...
- Letizia Lipari
- 26 luglio 2022
- Castelvetrano Selinunte
- Territorio e Architettura
La chiesa di San Domenico. La “sistina di Sicilia”.
Castelvetrano, nasce come piccolo borgo in epoca medievale. Da prima baronia, affidata alla famiglia Tagliavia nel 1...
- Stefania Martinez
- 4 agosto 2021
- Valderice
- Territorio e Architettura
Valderice, vocazione turismo
Il futuro possibile di una comunitàValderice, con la sua vocazione al turismo, si candida a divenire una meta, con uno sguardo alla cultura dell’acco...
- 28 giugno 2023