Valderice
Tra “cielo e mare" è il claim inventato alcuni anni fa per connotare il Comune di Valderice come località turistica.
In effetti, tra costa e collina, il territorio fin dalla fine dell’800 ha cominciato ad ospitare le abitazioni estive delle famiglie nobili e alto borghesi di Trapani ed Erice.
Molte di queste ville sono ancora ben visibili, alcune trasformate in strutture ricettive e, attraverso la pro loco, è possibile essere guidati in una sorta di itinerario tra di esse: Villa Adragna, Villa Elena, Villa Pilati (adesso struttura ricettiva), Villa Adragna ora Betania (centro riabilitativo per minori), Villa Coppola Ragosia (punto di riunione di cospiratori contro il regime borbonico), Villa Battiata, Villa Ancona, Villa Paparella, Villa Manzo, Villa Luppino a Ragosia.
Il paese ha diversi spazi verdi, tra cui la pineta della frazione di Ragosia e quella comunale, che si estende su una collina in cui si trovano diverse grotte e una chiesa rupestre abbandonata;
e ancora il Parco Urbano di Misericordia in cui si può ammirare il panorama del Golfo di Bonagia.
In estate l’anfiteatro all’aperto “Nino Croce”, mile posti a sedere ricavati all’interno di una cava abbandonata nella pineta di San Barnaba, si anima con rappresentazioni, concerti e rassegne cinematografiche, attività culturali e di spettacolo.
L'agro valdericino e i bagli
Valderice amministrativamente nasce dall’unione delle frazioni rurali che costituirono i primi nuclei abitativi di contadini dislocati nelle campagne dell'agro ericino: Paparella, San Marco, Ragosia, Misericordia, Sant'Andrea, Bonagia, Casalbianco, Crocci, Chiesanuova, Lenzi, Fico e Crocevie.
I bagli sono legati all’economia rurale: strutture nate con il duplice scopo “difensivo” e produttivo. Progressivamente le architetture produttive sono divenute prevalenti ma sempre comunque nell’ottica dello svolgersi delle attività lavorative e domestiche in maniera autosufficiente. Sono ancora visitabili: il Baglio Mafi; il Baglio Cuddìa (oggi Marini, inteso anche Baglio Sciare) situato in posizione elevata ed eretto con precipua funzione difensiva; il Baglio Fallucca (oggi Battiata) costruito nella metà del XVIII secolo dal barone Matteo Fallucca che conserva al suo interno una chiesetta dedicata alla Madonna di Custonaci (patrona di Valderice).
La Tonnara Bonagia
La frazione di Bonagia è il borgo costiero di Valderice, con un minuscolo porticciolo e soprattutto con l’antica Tonnara con la torre di avvistamento.
La tonnara è stata trasformata in una struttura ricettiva, ma è sempre consentito l’ingresso ai turisti e ai visitatori nella corte principale su cui si affaccia la cappella. Alle spalle della tonnara, a pochi metri dal mare, giacciono ancora, in stato di semi abbandono le antiche “muciare” le barche che venivano utilizzate dai tonnaroti per allestire la tonnara in mare e per operare la mattanza.
Il luogo e le architetture, il paesaggio e il mare si prestano a spettacolari shooting fotografici.
La costa si presta ad una piacevole balneazione: la spiaggia di Bonagia è costituita da piccole cale, una dietro l’altra, la spiaggia di Cortigliolo e la spiaggia di Rio Forgia in direzione del cosiddetto Lido Valderice si prestano soprattutto alla balneazione dei famiglie con bambini.
Il Molino Excelsior
Il Molino Excelsior è una eccezionale testimonianza di archeologia industriale. Risalente ai primi anni del 900 era collegato alla industria della produzione di pasta e farine uno dei settori più intraprendenti che a cavallo tra il 1890 e i primi anni del ‘900 rese solida la borghesia agraria del territorio valdericino, all’epoca ancora parte integrante dell’agro ericino e del comune di San Giuliano (così si chiamava Erice).
Oggi il Molino è stato recuperato. All’interno vi sono ancora i macchinari originali, ma i lavori di ammodernamento hanno consentito di ricavarvi all’interno una sala conferenze, uffici a servizio del complesso e, nel magazzino annesso, una cucina con impianto di ripresa video dove si tengono corsi di cucina siciliana. Appassionati di enogastronomia, turisti e visitatori possono così apprendere i segreti dell’arte culinaria locale.
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