Marettimo - Isole Egadi
Una montagna in mezzo al mare. È Marettimo, la più incontaminata delle Egadi. La più lontana dalla terraferma, posta a 20 miglia dal porto di Trapani. Il monte Falcone a 686 metri sul livello del mare rappresenta la vetta più alta dell’arcipelago e, insieme, un unicum naturalistico.
Non solo mare ma anche storia
Il nome antico dell’isola è di origine greca Hierà Nésos (isola sacra), forse legato a qualche culto di oscure origini legato alla natura selvaggia e alla sostanziale diversità morfologica rispetto alle altre isole Egadi. Il nome che conosciamo oggi sarebbe però quello di origine latina. L’isola fu abitata fin dalla antichità più remota, almeno 5.000 anni prima di Cristo, come testimoniano alcune punte di frecce e schegge di ossidiana, ritrovate nell’isola e oggi conservate nel piccolo “museo del mare”. Sarebbero risalenti invece all’800 a.C. i resti scoperti nella spelonca carsica situata al disopra della grotta marina della Pipa.
Le case romane
Risalirebbe invece ad un periodo non molto successivo al 241 a.C., dopo la battaglia delle Egadi tra Romani e Cartaginesi, l’insediamento di un presidio militare, con funzioni di controllo sulle rotte mediterranee, su un pianoro dell’isola che viene infatti ancora oggi appellato “Case Romane”.
A fianco del complesso monumentale romano fu successivamente costruita una chiesa rupestre, forse realizzata dai monaci Basiliani di marca bizantina che avrebbero utilizzato i resti dell’edificio romano come monastero. Ad ulteriore testimonianza di un uso religioso del sito, per alcuni secoli, il ritrovamento di un battistero datato VI e VII secolo d.C.
Il castello di Punta Troia
Altro luogo legato alla storia è il castello sul promontorio di Punta Troia. Probabilmente di matrice normanna, fu realizzato, forse inglobandola, una precedente torre di avvistamento araba.
Nonostante la riconquista da parte della cristianità Marettimo visse per secoli sotto scacco delle incursioni dei corsari saraceni. La gran parte della popolazione abitò quindi nelle grotte, fino all’arrivo dei Borboni che ripopolarono l’isola e utilizzarono il Castello di Punta Troia come prigione.
L’escursione al castello è insieme affascinante, per i panorami mozzafiato lungo i sentieri a picco sul mare, e faticosa, per i tempi di percorrenza.
L’epopea dei Florio da metà ottocento ai primi del 900, con le tonnare di Favignana e Formica, portò un po’ di benessere. I marettimani, provetti pescatori cominciano anche ad emigrare inseguendo in giro per il mondo i banchi di pesce: Nord Africa, Portogallo, America, l’Alaska per la pesca del salmone. Un piccola comunità di marettimani vive ancor oggi a Monterey in California, dove tutt’oggi coltiva le tradizioni e le usanze dell’isola.
Trekking a Monte Falcone
Sei itinerari sono stati “disegnati” lungo i sentieri di Monte Falcone per gli appassionati di trekking.
Hanno diversi livelli di difficoltà (da facile a impegnativo, a molto impegnativo) e di durata (da 60 minuti a 180 minuti).
È bene documentarsi prima della partenza. Sulla parte montuosa dell’isola si trovano pini di Aleppo e vi trovano rifugio di diversi tipi di uccelli tra i quali la rara aquila del bonelli e il falco pellegrino. Ricca e interessante la vegetazione: un vero e proprio paradiso botanico.
Il giro dell'isola e delle grotte
Armatevi di barca, di gommone, o noleggiatene uno. Il giro dell’isola è d’obbligo per andare a visitare le grotte lungo la costa. La Grotta del Cammello deve il suo nome allo scoglio in prossimità dell’ingresso.
Dopo Punta Troia c’è la Grotta del Tuono: il nome deriva dal suono prodotto dall’infrangersi delle onde all’interno della cavità. La Grotta della Pipa custodisce una piscina d’acqua dolce.
Superata Punta Mugnone una parete rocciosa a strapiombo sul mare s’è meritato l’appellativo di “Dolomiti sul mare”. Cala Bianca con il suo mare turchese, come una piscina, sarà uno spettacolo indimenticabile, come la vicina Grotta Perciata, da attraversare in barca.
La Grotta del Presepe reca all’interno formazioni calcaree che ricordano i personaggi della natività. La Grotta della Bombarda deve il suo nome al gioco delle acque all’interno della cavità. Con il mare grosso le onde spingono l’aria fuori dalla grotta con un boato sordo.
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