I Florio. La bella epoque della Sicilia Occidentale
- Francesca Adragna
- 18 maggio 2021
Fu a fine ‘700 che i fratelli Ignazio e Paolo Florio si trasferirono da Bagnara Calabra in Sicilia per iniziare le loro attività imprenditoriali. Avviarono, in un’epoca di sconvolgimenti politici, un proficuo mercato di spezie e droghe che diede il via ad altre imprese.
Per tutto il secolo, la famiglia Florio fu protagonista dell’industria nazionale: oggi sono ricordati principalmente per le tonnare che diressero e per il vino Marsala che produssero, ma l’indotto che derivò dai loro commerci li condusse a fondare banche e compagnie di navigazione, a finanziare la costruzione del teatro Massimo di Palermo e ad arricchire di splendore liberty ogni luogo in cui si fermarono a vivere.
Animarono la vita sociale della Sicilia Occidentale tanto che furono loro ospiti il Kaiser Guglielmo II, lo Zar di Russia, Vittorio Emanuele III, ed esponenti del mondo della cultura. Furono la Sicilia più moderna e produttiva di tutti i tempi.
L’ascesa dei Florio
Nel 1829 giunsero in provincia di Trapani, portati dall’inglese Ingham che aveva avviato la produzione vinicola a Marsala. Comprarono anche una raffineria di zucchero e iniziarono la produzione del noto amaro speziato d’arancia amara. Fu sempre insieme a Igham che fondarono la Società dei Battelli a Vapore Siciliani che in poco tempo ampliò la flotta da 6 a 41 natanti. Furono i primi a innovare le cantine dotandole d’impianti d’imbottigliamento, quando ancora Ingham e Woodhouse esportavano botti. Vincenzo Florio riuscì anche ad accaparrarsi la convenzione con il servizio postale di Stato toccando i porti attorno alla Sicilia, Genova, Napoli e Malta.
A fine ‘800 i Florio garantirono il trasporto degli emigranti fino in Nord America e la Società dei Battelli Siciliani divenne la Compagnia di Navigazione Generale Italiana che, dopo la fusione con quella di Rubattino di Genova, era la seconda compagnia in Europa dopo le Messageries Maritimes francesi. Grazie alla Navigazione Generale Italiana Ignazio Florio poté espandere il proprio sistema imprenditoriale: la produzione enologica come pure la realizzazione delle tonnare delle Egadi.
I Florio trasformarono l’industria conserviera del pesce in un’impresa mondiale con l’acquisto dai Drago dello stabilimento di Favignana ove realizzarono il più moderno e importante complesso industriale di lavorazione e conservazione del tonno esistente nel Mediterraneo: oltre che di ogni moderno sistema meccanico lo stabilimento fu provvisto del primo asilo aziendale in tutta Europa, consentendo così alle operaie di lavorare in tutta serenità.
Il declino dei Florio
La parabola discendente di questi straordinari imprenditori iniziò poco prima che scoppiasse la prima guerra Mondiale, a causa delle pesanti tasse, dei fallimenti bancari e degli scioperi che infine costrinsero Ignazio Florio a vendere nel 1937 anche Favignana e la tonnara con tutti i diritti di terra e di mare; ma la loro euforica lungimiranza ha lasciato nel piccolo borgo marinaro un radicato sentimento di gratitudine: i Florio continuano ancora a rappresentare le fortune economiche delle Egadi oggi dirette all’ospitalità ed al turismo.
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