Parco di Selinunte, ancora tesori da scoprire  

Archeologia, natura, spiaggia fruibile e visite notturne

Dal greco Σελινοῦς (Selinous), che a sua volta deriva da σέλινον (selinon) il sedano selvatico che cresce nelle sue colline, Selinunte, è il più grande parco archeologico europeo, istituito dalla Regione Siciliana nel 2013; con le nuove acquisizioni, si estende per circa 300 ettari, cui vanno aggiunti i 50 ettari delle Cave di Cusa.

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Selinunte riserva ancora tesori da scoprire. Due le novità archeologiche di questo 2023, se così le vogliamo definire: una statuetta fittile di kouros, rinvenuta nell'area del Santuario urbano dell'Acropoli di Selinunte (all’interno dell’area denominata Tempio R), e una struttura lunga 15 metri a quattro filari di blocchi per un’altezza di circa 1,80 metri, scoperta a poca distanza da quella che doveva essere la darsena collegata al mare, a un centinaio di metri dalla riva attuale.

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Ricerca e casualità

Il primo ritrovamento è frutto di un decennio di scavi degli archeologi della New York University e dell'Università di Milano; il secondo ritrovamento è del tutto casuale. La scoperta è avvenuta durante dei semplici lavori di disboscamento e ripristino del Vallone del Gorgo Cottone, alla foce del fiume omonimo, lungo la riva occidentale; all’inizio è affiorato solo l’angolo di un blocco, il resto era sepolto sotto lo strato massiccio di sabbia e di vegetazione recente, probabilmente ammassata nel dopoguerra durante la sistemazione della zona dell’acropoli.

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Due secoli e mezzo di splendore

La città fu fondata secondo Tucidide nel 628 a.C, nella metà del VII secolo, secondo Diodoro, da coloni dori di Megara Iblea (nei pressi di Siracusa). La città ebbe vita breve (circa 400 anni) e la sua popolazione raggiunse gli 80.000 abitanti a sottolineare splendore e ricchezza che la caratterizzavano. Al culmine della sua potenza la città intraprese una politica di espansione territoriale verso Segesta – alleata di Cartagine - che causò diverse guerre e una prima distruzione nel 409 a.C da parte dei cartaginesi. La distruzione definitiva, invece, secondo Diodoro, data 250 a.C. Lo stato in cui, oggi, si presenta la città non è dovuto solo alla barbarie degli scontri che Selinunte a partire dal 580 a.C. ha dovuto affrontare contro i segestani, ma anche a terremoti, all’incuria del tempo e alle importanti spoliazioni.

Convenzionalmente la si può suddividere in:

- Collina Gàggera (a ovest, con il santuario della Malophòros);
- Acropoli (al centro, con templi A, O, B, C, D e le fortificazioni e la recente area di indagine denominata Tempio R);
- Collina Manuzza (a nord, con l'abitato antico);
- Collina orientale (ad est, con i templi E, F, G);
- Necropoli, dai cui scavi sono stati riportati alla luce numerosi vasi protocorinzi e corinzi, rodii e attici a figure nere.

Reperti utili a ricostruire la storia

Le due recenti scoperte sono indicative per gli archeologi e arricchiscono la ricostruzione della storia e della vita di Selinunte. Tra i reperti rinvenuti dagli archeologi statunitensi e milanesi non c'è solo il kouros. All'interno dell'area del tempio R nell’Acropoli sono stati trovati un pezzo d'avorio per collana, un frammento del tetto del tempio, due aryballoi, un alabastron e alcune lance, due pesi per telaio, uno scappello in ferro a immanicatura cava spezzata per la lavorazione della pietra e del legno e una fibula a sanguisuga ad arco.

Parola agli archeologi

Il kouros ritrovato, risalente al VI secolo a.C., il primo a Selinunte, è di straordinaria originalità, soprattutto per la policromia: «L'abbiamo rinvenuto in diversi pezzi e in differenti giorni - racconta Carlotta Borella dell'Università di Bologna - e possiamo confermare che è un pezzo di ceramica di Samos, per la particolarità dell'impasto e la policromia della veste». «Quest'anno abbiamo effettuato un ampio saggio lungo il muro del peribolo meridionale per una lunghezza di 49 metri - spiega il professor Clemente Marconi - questo ci ha consentito di stabilire, per la prima volta, la datazione su base archeologica, risalente tra il 580 e il 560, in base alla ceramica dal cavo di fondazione. Questo ci fa dire con certezza che il lato sud del muro è stato costruito in concomitanza con la costruzione del tempio R». Sul muro è stata rinvenuta una serie di setti ortogonali al recinto dell'area sacra: «È possibile che, tra le molteplici funzioni delle nicchie, vi fosse quello di esposizione di offerte votive», chiarisce Clemente Marconi.

Crescente: "rendere fruilbili le aree di ricerca"

Lo scavo nella zona nord dell'area sacra, invece, ha consentito di rinvenire alcune tracce di sale da banchetto, sempre al servizio del Santuario urbano. «Con la nuova convezione abbiamo esteso l'area di ricerca per le due università di New York e Milano all'intero grande santuario urbano - dice il direttore del parco, Felice Crescente - una delle più monumentali aree di culto del mondo greco di età arcaica e classica. L'ottica è quella di rendere fruibili queste zone, con pannelli esplicativi, anche dopo che le campagne di scavi sono terminate».

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Santuario Urbano

Una teoria: il secondo porto di Selinunte?

Per quanto riguarda la struttura a ridosso della costa, potrebbe essere parte di uno dei due porti dell’antica ex colonia di Megara iblea, ampio e imponente come richiedeva una delle più importanti città del Mediterraneo, centro di traffici commerciali. Di questa costruzione non c’è traccia nei documenti dei viaggiatori tra Settecento e Ottocento, né nelle descrizioni dei ricercatori dell’epoca: è di certo molto antica, probabilmente fu distrutta o comunque sommersa, in epoca lontana. Ad oggi gli archeologi non arrischiano teorie ma solo ipotesi sulla forma e funzione originale dell’imponente architettura: forse una struttura di contenimento sul fiume – il georadar registra molte altre strutture sotto la sabbia -, forse le pareti di una darsena per le barche (si intravedono scanalature a intervalli regolari) magari collegata alle 80 antiche fornaci scoperte molto più a monte, forse addirittura la base di un ponte sul fiume. Di una cosa gli studiosi sono certi: è un ritrovamento di grandissimo interesse che potrebbe far riscrivere la topografia della città antica.

Urbanistica greca

Secondo gli archeologi, la posizione della struttura sulla sponda occidentale del Gorgo Cottone indicherebbe un collegamento con il traffico navale del porto orientale, su cui sta studiando in questi giorni l’Università di Bochum. Senza dubbio è una parte integrante dell’impianto urbano della città greca, visto che è perfettamente in linea con la rete stradale del sistema meridionale. Intuizione, questa, che è stata accettata da uno dei più grandi conoscitori dell’impianto urbanistico della colonia di Selinunte, Dieter Mertens, non appena è stato informato della scoperta. Bisognerà comunque aspettare i risultati di nuove ricerche per definire con più esattezza, forma e funzione della struttura: saranno di certo di grande aiuto i carotaggi dei geoarcheologi che in questi giorni indagano l’andamento del fiume e l’estensione della foce del Cottone in epoca antica.

Non solo archeologia

Oltre le bellezze paesaggistiche, in particolare da un punto di vista naturalistico, e l’indiscutibile patrimonio archeologico, il parco di Selinunte negli ultimi anni ha arricchito l’offerta turistica per i visitatori. Da quest’anno durante la visita al parco è permesso ai turisti di andare in spiaggia e tuffarsi nelle acque cristalline. Possibilità che si vorrà estendere anche ai disabili, mediante apposito accesso.
Ogni weekend per tutto il mese di luglio sarà suggestivo camminare tra i templi immortali anche durante le aperture notturne e visite serali del parco. Fitto e ricco è il programma estivo musicale, con un principale repertorio classico, che darà vita alla manifestazione “Teatri di pietra” e alle sue suggestive rappresentazioni classiche sull’acropoli oltre alla possibilità di godere di spettacoli all’alba. Nella settimana di ferragosto verrà, come ogni anno, riproposta la kermesse “Musica e legalità”. Previste, infine, dal 20 al 30 agosto due serate in compagnia di Massimo Cacciari e Umberto Galimberti, mentre Morgan porterà il suo spettacolo ricordando Battiato.

Cantieri aperti

Già dalla primavera sono aperti al pubblico i cantieri di scavo su cui stanno lavorando l’istituto Germanico di Roma con il prof. Marconi. L’Università di Urbino, guidata dal prof. Oscar Mei, si sta, invece, attualmente occupando degli studi sulle evidenze urbanistiche sulla porta est e sta attuando delle prospezioni sul tempio G. Scavi della New York University al tempio C, santuari urbani, e templi arcaici dell’acropoli. Novità, cultura e bellezze tutte da scoprire!

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Castelvetrano - Marinella di Selinunte (TP)
Piazzale Bovio Marconi
Tel. +39 0923 1990030
Tel. +39 0924 6154059
parco.archeo.selinunte@regione.sicilia.it

PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE
Da maggio al 23 luglio: tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00
Dal 02 al 23 luglio: venerdì, sabato e domenica - aperture serale dalle 20.00 alle 24.00
Dal 28 luglio al 3 settembre: tutti i giorni - aperture serale dalle 20.00 alle 24.00
Dal 4 al 30 settembre: tutti i giorni - dalle 9.00 alle 20.00
Ottobre: dalle 09.00 alle 18.00
Novembre e dicembre: dalle 09.00 alle 17.00
Ultimo ingresso un’ora prima dell'orario di chiusura del sito
CAVE DI CUSA
visitabili su prenotazione

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