Il mercato del pesce di Trapani. La “Vucciria” dei trapanesi.
Quel che resta della “Chiazza": suoni, colori, odori e sapori.- Fabio Pace
- 30 luglio 2014
Lassannu l’isulidda, addiu casalicchiu meu (Lasciando la “piccola isola” addio mio “casalicchio” n.d.t)!
Così recita un antico detto dei pescatori trapanesi che ogni notte lasciando le sicure acque del porto si recavano nelle acque del tirreno e del Canale di Sicilia per le battute di pesca. Se fosse un verso poetico, e non un detto popolare di rudi uomini di mare, potremmo dire che si tratta di una metonimìa, una figura retorica in cui un termine viene sostituito con un altro che ha con il primo un rapporto logico.
Nel nostro caso l’Isulidda, poco più di uno scoglio a largo della costa, è l’ultimo residuo avanzato di una terraferma che è sinonimo di vita, amori, sicurezza, relazioni, riposo, contrapposti all’asprezza del mare, al duro lavoro sulle barche; il Casalicchio, invece, era un quartiere trapanese del centro storico: la casa. Il Casalicchio era abitato prevalentemente da pescatori e marinai, in parte scomparso a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Delle aree abitate dai pescatori e dai marinai trapanesi rimangono oggi la zona detta delle “barracche” e di Torre di Ligny, proprio sul porto peschereccio. Ancora oggi lungo le vie San Francesco, soprattutto nella parte finale, e via Custonaci è possibile vedere anziani pescatori al lavoro mentre “rammagliano” (rammendano) le reti.
Quello che suggeriamo è un percorso, a piedi, attraverso la città vecchia prima di giungere al porto peschereccio ed al mercato del pesce. Per provare ad assorbire quel poco che è ancora rimasto di quella atmosfera, di quel clima che era la città dei pescatori.
La "Chiazza"
Trapani ha sempre vissuto di pesca. Dopo quella di Mazara del Vallo è la più grande marineria della provincia per numero di addetti e di pescherecci iscritti al compartimento marittimo.
Il mercato del pesce fino a pochi anni fa era a pochi passi dalle due più importanti arterie della città vecchia: la via Garibaldi e la via Torre Arsa. Oggi della “Chiazza” rimane un emiciclo colonnato datato 1874 con al centro la fontana della Venere Anadiomene (che nasce dalle acque). Qui si articolavano e si succedevano i colorati banchi di pesce e le bancarelle di frutta e verdura e prodotti di tonnara. Rappresentava per i trapanesi ciò che per i palermitani è la Vucciria. Per altro proprio in quella zona c’era la porta della “bocceria” (dal francese boucherie) poiché vi era ubicato un piccolo macello di bestiame.
Il Mercato del pesce e “l'Abbanniata"
Questo clima di voci, colori, odori, sapori stordenti lo si può ritrovare nella nuova ubicazione del mercato del pesce, a ridosso del porto peschereccio. Qui in una apparente confusione, teatrale come solo i siciliani sanno essere, potete trovare pesce di ogni tipo che viene “abbanniato” da ogni venditore.
Abbanniare in dialetto è l’atto di “pubblicizzare” di rendere nota la tipologia e la qualità delle merci. Non è l’elencazione sterile del tipo di pesce ma, di più, è insieme, comunicazione ufficiale (che annuncia la stagione di vendita di un pesce), pubblicità (ne decanta la qualità), informazione (ne annuncia il prezzo). Sovente l’abbanniata assume un ritmo cantilenante, quasi musicale.
Al mercato del pesce troverete, a secondo delle stagioni, dal pesce azzurro, erroneamente definito povero (sarde, lampughe, alici, boghe, sgombro, spatole, palamite) ma base di molti piatti trapanesi, al pesce più pregiato (gallinella, scorfano, scorfano rosso, mostella, gronco, rana pescatrice, pesce gallo) oggi molto usato per le zuppe ed in particolare per confezionare il brodo del “cuscusu alla trapanese” o una più leggera zuppa di pesce.
Poi ci sono i pesci più magri, dal sapore più delicato e dal prezzo più elevato: cernia, dentice, pagro, pesce spada, ricciola. Infine vi sono i crostacei: granchi, aragoste freschissime, astici, i gamberi.
Sempre tra le bancarelle potrete trovare i prodotti di tonnara (uovo di tonno, tunnina, salame di tonno, ficazza) nati come metodi di conservazione delle varie parti del tonno.
E ancora un tripudio di verdure e di frutta che fanno da cornice alle bancarelle del pesce. In questo mercato potete trovare tutto ciò che occorre per preparare le pietanze di pesce più comuni sulle tavole dei trapanesi.
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