Quando l’artigianato diventa arte
Bummuli e Tappita- Stefania Martinez
- 4 agosto 2022
La ceramica ericina
La tradizione della ceramica, nelle forme e nei colori che si possono ammirare e comprare nei negozi di Erice è datata fine anni ‘50.
Sbaglia,però, chi immagina si tratti di una invenzione per turisti. Al contrario Erice fu davvero, nei secoli scorsi, uno dei poli più rinomati della ceramica siciliana insieme a Sciacca, Burgio, Santo Stefano di Camastra, Caltagirone. Della tradizione ceramista ericina si trova traccia nei documenti notarili del XV secolo, ma la produzione, per ragioni storicamente ignote, fu interrotta dagli artigiani proprio tra la fine del XV e la metà del XVI secolo. Testimonianze della fiorente attività ericina e della ricchezza delle decorazioni e delicatezza delle lavorazioni sono conservate nelle sale del museo della Ceramica di Caltagirone e nelle sale del museo Regionale Pepoli di Trapani. Quest’ultimo conserva anche pavimenti realizzati da maestri ceramisti ericini raffiguranti la tonnara.
Dopo alcuni secoli di oblio le tecniche ceramiche ritornano ad Erice per iniziativa di alcuni artigiani che, però, hanno attivato una vera e propria iniziativa di recupero degli stili e delle tecniche originarie. Lo si potrebbe definire un recupero filologico, profondamente attento, in primo luogo all’uso dei colori: i blu ed i gialli dall’ocra ai più luminosi. Comunque sempre colori pastello, tenui e mai sgargianti, sono quelli che contraddistinguono la “ceramica ericina”.
Per le forme si va da quelle del passato, i classici arbarelli da farmacia alle bocce (bummuli); dalle brocche per acqua e vino ai vasi ed i centrotavola; fino alle fogge più moderne ed agli oggetti di uso quotidiano. Si può trovare un regalo da pochi euro di alcun valore oppure pezzi finemente decorati da centinaia di euro adatti ad ogni tipo di arredamento. Su tutti dominano i piatti, da esposizione, possono essere attaccati a parete o usati come soprammobili.
Muovendosi per le vie di Erice, tra le case addossate le une alle altre, dentro ai graziosi cortiletti, memoria urbanistica della corte chiusa di tipo fenicio, si intravedono le mattonelle di ceramica ericina ad uso decorativo oggi molto richieste anche per l’arredo di interni.
I tappeti ericini
Erice è nota non solo per le ceramiche ma anche per i diversi laboratori artigianali che mantengono in vita l’antica arte della tessitura dei “tappita,”cioè tappeti con figure geometriche ottenute con strisce di stoffa colorata.Il tappeto ericino della tradizione viene prodotto con pochi ed elementari strumenti: telai di legno sorretti da quattro robuste assi cilindriche, qualche matassa di cotone e ritagli di stoffe divari colori, il più delle volte provenienti da scampoli e scarti. Insomma non si buttava via nulla e i ritagli si intrecciavano fino a creare geometrie, forme e colori il cui unico limite è la fantasia dell’artigiano.
I motivi più diffusi sono quello dei rombi accostati, della linea spezzata, e del melange di strisce verticali di colori diversissimi tra di loro ma capaci di ricreare una armonia cromatica particolarissima.
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