Erice: i giardini del balio, le torri e la torretta Pepoli
- Stefania Martinez
- 28 maggio 2021
Muovendo dalle strade lastricate del Borgo medievale di Erice quattro varchi conducono ai giardini del Balio, ora proseguendo il tracciato viario che uscendo del paese immerge nel verde, ora determinando una cesura netta ai piedi di una scalinata oltre la quale cominciano le siepi.
Nella passeggiata che vogliamo percorrere insieme al lettore all’ingresso di ciascuno di essi troviamo il Conte Agostino Pepoli, la cui ombra ci accompagnerà per discese, salite, ripide scalinate, contorti vialetti, piccole radure con accoglienti panchine dove godere la frescura del verde, spazi e percorsi limitati da siepi di bosso, essenze e fiori.
Sarà l’immagine del Conte, che volle questi giardini, a guidarci nel silenzio, solo interrotto da rumori lontani attutiti dalla vegetazione; come smorzati dalle stesse chiome degli alberi giungono i raggi del sole che creano tra le fronde architetture di luce. Percorsi brevi, quelli tra i vialetti del Balio, che conducono da un versante e dall’altro a due passeggiate più lunghe che si aprono su splendidi panorami.
L’uno sulla falce disegnata dalla città di Trapani alla congiunzione tra il Tirreno meridionale ed il Canale di Sicilia; l’altro sulla maestosità del Monte Cofano che chiude la costa trapanese settentrionale sull’omonimo golfo.
Sul primo versante lo sguardo muove dal porto del capoluogo, all’epoca del Conte Pepoli riparo di una grande flotta di velieri, fino alla costa marsalese, passando per il reticolo di vasche delle saline. Sul versante opposto il segno dell’opera costante dell’uomo sul territorio è testimoniato dalle cave di marmo, graffi sulle montagne di Custonaci, ferite profondamente incise dalla fatica dei cavatori.
Balio, Torri e Torretta
Qui, sulla rocca che segna il confine sull’infinito orizzonte, il Conte Agostino Pepoli, la cui famiglia era originaria di Bologna, volle stabilire la sua residenza siciliana. Abitò nelle Torri che, sebbene preesistenti e semidirute, si possono considerare frutto della sua opera illuminata poiché le volle restaurare “sul gusto antico”, rifacendosi ai disegni inseriti nel manoscritto di Vito Carvini (1682), dopo averle ricevute in concessione enfiteutica nel 1872. Insieme alle torri modificherà l’assetto dello spazio circostante in quello che oggi è appunto il giardino del Balio.
Sul versante di Monte Cofano, poco al di sotto dei giardini e della rocca del Balio, su cui sono state costruite le torri omonime di foggia medievale, affacciata su una forra e abbarbicata su uno sperone di roccia, quasi sospesa nel vuoto, la Torretta Pepoli un edificio che appartiene all’architettura eclettica con richiami vagamente Liberty.
Vero e proprio rifugio del Conte, luogo eletto di meditazione, cenacolo per studiosi ed intellettuali, oggi restaurato e restituito alla fruizione pubblica. Ecco cosa furono a Erice, per il conte Pepoli i giardini del Balio, le Torri e la Torretta che prese il suo nome. Luoghi dello spirito e della mente nei quali coltivare la meditazione, la riflessione, la lettura, rispettandone il silenzio e la quiete.
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