I sentieri di Erice. Itinerari del passato
- Francesca Adragna
- 21 maggio 2021
Il comune di Erice, insieme al CAI, ha inaugurato due sentieri. Il primo è il “sentiero Sant’Anna” che, da Porta Trapani, in vetta, termina alle falde della montagna all’altezza della funivia.
Lungo il percorso ci si imbatte nell’area attrezzata di Martogna e raggiungendo Pizzo Argenteria ci si ritrova davanti al Santuario settecentesco dedicato appunto a Sant’Anna; l’ultimo tratto attraversa un boschetto al termine del quale si intravvedono le pietre medioevali del borgo ericino.
Il secondo sentiero, detto di Porta Castellammare - Tre chiese, inizia a Porta Spada e scende verso i resti di Porta Castellammare, riscoperti durante uno scavo nel 2010. Durante il percorso si possono ammirare le chiese rupestri di Sant’Ippolito, Santa Maria Maddalena e Santa Maria Maggiore risalenti tutte al XIV sec. e collegate in certi tratti dai resti di una via lastricata.
La storia
Neanche tanto tempo fa, la comunità ericina era distribuita su di un’area estesa e varia che comprendeva, oltre al paesino medioevale in vetta al Monte San Giuliano ed ai borghi a valle, anche gli attuali comuni di Custonaci, San Vito Lo Capo e Buseto Palizzolo. Gli abitanti di questo ricco giardino mediterraneo, percorrevano le campagne in lungo ed in largo, muovendosi a piedi e sui carretti per chilometri, per assolvere tutte le faccende che richiedevano atti pubblici presso il municipio: matrimoni, nascite, decessi, permessi di lavoro, concessioni ma anche per pellegrinaggi in voto a questo o a quel santo. I sentieri battuti allora che, stretti e tortuosi s’inerpicavano su per il monte San Giuliano, sono stati sostituiti o affiancati, nel corso del tempo, da strade più agevoli e comode. Le carte topografiche lasciano comunque intuire tutti i sentieri di Erice lungo i quali, per senso del dovere o per senso religioso, gli Ericini di un tempo si affannavano lasciando a noi le tracce di incantevoli percorsi naturalistici.
Il pellegrinaggio alla madonna di custonaci
La penultima domenica di maggio, i pochi abitanti del borgo di Erice, si riuniscono davanti al portale della Matrice per un pellegrinaggio di preghiera alla Madonna di Custonaci. Alle tre del mattino partono in gruppo per raggiungere il Santuario di Custonaci, qualcuno snocciolando il rosario, qualcun’altro immerso nei propri pensieri.
Non è indispensabile essere un pio fedele per concedersi questo momento di pura condivisione del silenzio nella natura, osservata nei suoi momenti più intimi. Dopo la discesa avvolti dal buio fresco e stellato, si giunge all’alba all’abbeveratoio di Cuba Stacca dove, dall’Arco del Cavaliere si gode il dipinto turchino del golfo di monte Cofano. Giungere stremati sotto i tetti affrescati del Santuario di Custonaci, dimentichi di ogni farraginosa preoccupazione, è l’occasione per una nuova partenza carica della forza che ogni elemento ha risvegliato in noi. Ph: Mario Torrente
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