La coppola siciliana
Una tradizione contemporanea- Paola Corso
- 24 febbraio 2023
Nata come accessorio dell’abbigliamento maschile siciliano, la coppola, col tempo, è divenuta un must. Inizialmente indossata dalle classi proletarie, fu poi apprezzata anche dalle classi più agiate, con finiture e tessuti diversi.
Fama e utilizzo della coppola non hanno avuto confini, ma la sua identità ha continuato a essere associata alla Sicilia.
Va detto, però, che l’origine italiana è dubbia: c’è chi sostiene che a far conoscere questo accessorio furono le famiglie britanniche, quando, nel tardo XIX sec., emigrarono in cerca di investimenti. Per questa teoria e data la sua forma, il nome coppola deriverebbe dall’inglese cup (tazza), mentre per il dizionario Garzanti da coppa, in quanto sommità della persona. Di certo sappiamo che i siciliani se ne appropriarono, facendone un copricapo tradizionale.
A seconda della tipologia o da com’era posta sul capo, era simbolo di ricchezza, di appartenenza al modo artigiano, agricolo o ai clan degli uomini d’onore.
“I picciotti”, ovvero i ragazzi affiliati alla mafia la portavano “di sghimbescio” (inclinata su un lato), per dimostrare spavalderia e ribellione alle convenzioni; non a caso erano denominati “coppole storte”.
La coppola, simbolo e stereotipo di certa criminalità, ha visto il riscatto grazie alla moda. Dolce&Gabbana, viste le origini siciliane di uno dei due stilisti, hanno sempre avuto a cuore la coppola, proponendola nelle più svariate versioni e rendendola sempre più trendy e anche unisex.
Ancora più identitario il laborioso ingegno degli artigiani siciliani che hanno trasformato la coppola ed il suo retaggio in progetti creativi. È il caso dell’azienda “A Coppola Storta” che sostiene la salvaguardia dell’ambiente, limitando i rifiuti tessili e promuovendo il riciclo di capi in disuso. Un progetto che ha visto l’azienda distinguersi anche in campo sociale attraverso il sostegno ad AddioPizzo (movimento portavoce contro il racket, l’usura e la mafia) o insieme ad Amnesty International per cui ha presentato l’edizione limitata: “La Coppola Storta per gli Umani Diritti”.
Progetti che, senza mai dimenticare l’identità della coppola, hanno connotato il brand in chiave etica e sociale; tanto che nel 2017, l’azienda ha partecipato alla mostra “Items: Is Fashion Modern?”, al MoMA di New York, posta accanto a oggetti iconici, come i jeans, la kefiah, il little black dress di Coco Chanel, a rappresentare l’identità e la forza del popolo siciliano.
Dopo la scomparsa della fondatrice, Tindara Agnello, la mission è stata proseguita dall’azienda “Tanto di Coppola” che oltre a rivendicare l’identità della coppola si occupa di riciclo creativo dei tessuti e nel laboratorio sartoriale in provincia di Palermo, realizza pezzi unici e interamente fatti a mano. I modelli hanno un chiaro richiamo alle radici: “Pirandello”, “Meusa” fino a quelli dedicati a Santa Rosalia, patrona di Palermo.
Creazioni che non smettono mai di rinnovare la coppola, ma che grazie al lavoro artigianale delle botteghe di una volta mantengono “il sapore” della tradizione ed esaltano la forza di una terra che vuole rinnovarsi e rivendicare il proprio valore, partendo dalle proprie radici!
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