La Minnula
Il pesce dimenticato diventa prelibatezza- Antonella Poma
- 22 febbraio 2023
Spicara maena, è il nome scientifico di un piccolo pesciolino, chiamato più comunemente mennola, “Minnula” in Sicilia. Numerose sono le specie facenti parte del genere Spicara, tutte molto simili tra loro.
La maena ha dimorfismo sessuale, il che significa che i suoi tratti morfologici sono un po’ diversi in maschi e femmine. Mentre Il maschio infatti ha il corpo assai alto con un’incavatura dietro gli occhi, le femmine sono molto slanciate e più basse.
La confusione cresce ulteriormente se pensate che la specie è anche ermafrodita proterogina, cioè tutti gli individui al di sotto dei due anni di età sono femmine, ma passato questo periodo diventano maschi.
In Sicilia i maschi vengono distinti dalle minnule femmine e chiamati bastarduna o ciauli. Entrambi vivono in acque costiere e amano i fondali sabbiosi e anche quelli con fitta presenza di posidonia, dove trovano il nutrimento. La riproduzione avviene in estate: il maschio scava una buchetta dove la femmina depone le uova. Nel mese di giugno, prima della riproduzione, a Trapani la “Minnula” si aspetta con trepidante attesa nei banchi dei mercati poiché il pesce contiene le uova, lunghe sacchette di color arancione, deliziose da mangiare.
I pescatori fanno a gara per trovare un banco di minnule da pescare e chi si aggiudica la prima pescata riesce a vendere questa delizia a prezzi esorbitanti. Si parla addirittura di 25 euro al kilogrammo per un pesce che nelle altre regioni d’Italia è poco conosciuto o bistrattato perché considerato di scarso pregio. Questa specie doveva essere invece molto apprezzata, non solo dai trapanesi, ma anche dagli antichi romani, dalle analisi del residuo solido presente in alcune anfore contenenti il garum (salsa di interiora di pesce), si è infatti riusciti a risalire agli esemplari di pesce utilizzati per la sua preparazione e tra gli altri c’erano anche le minnule. È probabile, inoltre, che l’incantevole spiaggetta di Cala Minnola a Levanzo, la più vicina delle isole Egadi, debba il suo nome proprio alla produzione del garum.
I ritrovamenti massicci di anfore nei fondali in questo tratto di costa, fanno pensare che proprio lì si trovasse un impianto di salagione dove si preparava la prelibata salsa di pesce. I pescatori del luogo dicono invece che il nome derivi semplicemente dal fatto che in quel tratto di costa isolana si pescassero tantissime minnule. La minnula cu l’ova è ottima infarinata e fritta o arrostita sulla brace, anche accompagnata alla pasta con il pesto alla trapanese, ma una chicca è privare il pesce delle uova prima della cottura e condirvi gli spaghetti (per la ricetta clicca qui).
Potrebbe piacerti anche
- Trapani
- Cibo e Sapori
Resilienza gastronomica
A Trapani, La ricchezza di una terra di passaggioUna doppia anima, una di terra, l’altra di mare. Una doppia identità, povera da un lato, ricca e sfarzosa dall’...
- Laura Di Trapani
- 1 agosto 2011
- Trapani
- Cibo e Sapori
I Cannoli, simbolo di Sicilia
La tradizione dolciaria ha conquistato anche la stratosferaI cannoli simbolo di Sicilia, dolce tipico divenuto quasi iconico. “Beddi cannuola di Carnivali… su biniditti sp...
- Piero Rotolo
- 25 luglio 2022
- Trapani
- Cibo e Sapori
La pasta fresca alla trapanese
Busiate e GnocculiIn Sicilia si produce pasta sin dal Medioevo. Che sia fresca o secca, la pasta ha sempre avuto una posizione predomi...
- Laura Di Trapani
- 2 settembre 2012
- Trapani
- Cibo e Sapori
I vini trapanesi
Protagoniste le uve grillo, inzolia e catarrattoI Vini Trapanesi compagni di viaggio nella Sicilia occidentale. Un viaggio in Sicilia, si sa, é sempre un viaggio d...
- Francesco Rodriguez
- 7 maggio 2022
- Trapani
- Cibo e Sapori
I fichidindia. Eredità dei borboni
La grande muraglia siciliana di fichidindia si inerpica per sentieri e strade di campagna. Lambisce case coloniche, ...
- Giacomo Pilati
- 8 giugno 2021
- Trapani
- Cibo e Sapori
Il pane trapanese e le sue tradizioni: “cala u panaro”
Storicamente, era importante che il pane durasse più giorni poiché i grani erano meno aggredibili dall’umidità ...
- Francesca Adragna
- 28 maggio 2021