La viticoltura in Sicilia

Una tradizione antichissima

La Sicilia ha una tradizione vitivinicola antichissima, molte cantine sono tra le più antiche d’Italia, vanta 23 DOC, 1 DOCG. In origine la viticoltura siciliana si limitava solo a produrre vini da taglio, poi si rinnovò grazie alla ricerca facendo ottimi progressi.

Nella seconda metà dell’Ottocento, la regione dovette fare i conti con la fillossera, un parassita del Nord America, che provocò la morte di miliardi di piante della Vitis vinifera: le ripercussioni sull’economia furono disastrose.

A salvare le viti europee fu un’intuizione: innestare i vigneti sopravvissuti, sulle radici delle viti di origine americana che nel tempo avevano sviluppato una precedente resistenza alla fillossera.

In Sicilia ci sono più di 110 mila ettari di viti, che interessano tutta l’isola, dalla montagna al mare, fino ad arrivare al vulcano Etna.

In generale si può dire che la coltivazione delle uve bianche si è concentrata soprattutto nella Sicilia occidentale, quella delle uve a bacca rossa invece riguarda in gran parte il territorio orientale dell’isola.

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Ph: Cantina Chitarra (Marsala)

Il vitigno Grillo viene utilizzato soprattutto a Marsala e nelle province limitrofe, dà origine alla produzione del famoso Marsala DOC, ma viene vinificato anche in purezza con aromi floreali di zagara, sentori di agrumi e frutta a polpa gialla.
Con uve grillo, ma anche Insolia, Cataratto, Grecanico e uve a bacca rossa siciliane e internazionali si producono i vini facenti parte della denominazione Alcamo DOC.

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Quando si parla di vini rossi di Sicilia non può non venire in mente il famoso Nero D’Avola, un robusto e carico rosso con intenso e persistente aroma di frutta rossa matura.

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Altre vitigni a bacca rossa sono il Nerello Mascalese e il Nerello Cappuccio, nati da agricolture estreme alle pendici dell’Etna, con cui si produce l’Etna rosso.

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Nerello Mascalese

I terreni vulcanici dell’Etna conferiscono ai vini dei tratti peculiari come la venatura minerale e la struttura. L’altitudine dei vitigni etnei che si può spingere fino ai 1000 mt s.l.m. e la conseguente escursione termica tra giorno e notte, preservano quell’acidità che è fondamentale per ottenere anche vini spumante di ottima qualità.

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Vigneti dell'Etna

Nel sud dell’isola, c’è il Frappato con un intenso aroma di cerasa, un gusto fresco morbido e armonico, è il vitigno che insieme al nero d’Avola dà il Cerasuolo di Vittoria, unica DOCG dell’isola. Altri vitigni a bacca rossa coltivati in Sicilia sono il Perricone detto anche Pignatello (vitigno autoctono), poi il Syrah, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.

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Dulcis in fundo, ottimi per gustare al meglio dessert a base di ricotta e mandorle, ma anche formaggi molto stagionati ed erborinati ci sono i vini liquorosi. Non si può non ricordare il Marsala DOC, vinificato da uve Grillo, Inzolia e Catarratto, che prevede l’aggiunta di alcol dopo la fermentazione e va incontro a un processo ossidativo che gli regala quelle caratteristiche organolettiche inconfondibili di nocciola, legno e spezie.

Lo Zibibbo invece, conosciuto anche con il nome di Moscato di Alessandria, è un vitigno a bacca bianca tipico dell’isola di Pantelleria, utilizzato per la produzione del famoso passito di Pantelleria DOC.

Tra i vini dolci vi è poi la Malvasia delle Lipari con sentori di miele, arancia e albicocca, con riflessi ambrati, molto aromatico, ma più intenso e alcolico nella versione Passito.

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Zibibbo

La Sicilia è uno dei territori più vitati in Italia, è una regione di antiche tradizioni vinicole. Si pensa addirittura che la coltivazione della vite e la vinificazione siano stati portati dai fenici. Dopo decenni passati un po’ troppo nell’ombra, negli ultimi anni il vino siciliano ha conosciuto un grande successo ed è sempre più apprezzato e richiesto in tutto il mondo.

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